Si, tutti. In tutti i lavori, luoghi, condizioni sociali e ruoli.
Tutti.
Una banda di matti pronti a sparare a vista. Con conferma della prof che lo stress è una delle "malattie" che maggiormente si verificano in ogni dove.
Ok. Io allora sono stressata. Arrivo al corso correndo, con il cellulare in mano, pensando a quello che non potrò fare durante il giorno di urgente (eh si perché tutto è urgente!), dopo aver bevuto 2 caffè alle ore 9. E i miei compagni di corso non sono da meno.
Poi ti confronti con amici e conoscenti e tutti ti dicono che hanno ripreso a fumare 10 sigarette al giorno, hanno mal di testa cronico, sono stanchi, non dormono, hanno la gastrite, la depressione, sono sempre incazzati con il mondo e gli scatti d'ira sono all'ordine del giorno. Pazzi sclerati che si aggirano nel mondo con computer, tablet, smartphone di ogni genere e sorta, agende, quaderni, fogli, blocchetti con evidenti tic nervosi e ripetitivi degni di un film di Totò e Peppino.
E sbagliamo tutti perché non si dovrebbe vivere così. E non vuole dire dormire tutto il giorno, non fare niente e muovere la penna o il mouse per lo stretto necessario, vuol dire cercare di migliorare la propria vita e quella degli altri in piccole cose per rendere la giornata meno tragica di quella che non già sia.
Aiuterebbe un sorriso alla mattina, un ciao detto in maniera gentile e non con un grugnito, una battuta, un come stai sincero e non di circostanza, non vivere in guerra e cercare di aiutarsi, collaborare, organizzarsi quando si può (o almeno si potrebbe o almeno proviamoci).
Io sono stressata si, certo, ma sono anche quella del sorriso, della battuta e dell'aiuto. Sono per lavorare in team, per dividersi i compiti, per cercare una soluzione e non il colpevole, per andare a casa ad un'ora decente ognuno a farsi i fatti propri. Sono anche una sognatrice è vero ma fortunatamente ho incontrato persone che la pensano come me e se hai una giornata storta di offrono un caffè, una sigaretta, un cioccolatino a seconda delle esigenze.
A me questa mattina è bastato un mini bombolone mangiato con la mia collega per evitare la terza guerra mondiale.
Ah, dimenticavo.
Non faccio né il chirurgo, né salvo persone in fin di vita, né lavoro al pronto soccorso in condizioni di emergenza, né guido l'ambulanza con un ferito grave a bordo.
Mi occupo di marketing, di comunicazione, di eventi e il mio lavoro mi piace e mi impegno per farlo bene e per imparare sempre qualcosa di nuovo per me, per i clienti e perché sono una spugna che cerca di assorbire il meglio da tutti. Sbaglio, mi incazzo, sono anche permalosa ma alla fine cerco di fare quello che penso e spero sia corretto fare.
E a volte tutto questo stress è ingiustificato.
Il mio e quello degli altri.
E allora propongo di istituire ogni giorno i 5 minuti da NO-STRESS day, forse ci fermeremo 5 minuti più in ufficio ma magari usciremo con il sorriso e non il grugnito.