domenica 23 dicembre 2012

Io, me e il calcetto

Normalmente la sera quando esci con gli amici puoi fare tante cose diverse: andare al cinema, ad un concerto (sport Olimpico per me), mangiare una pizza, bere un vodka tonic, farti due risate. 
Poi una sera qualunque, dopo un concerto dei tanti, decidi di andare in un locale di Torino per bere il famoso vodka tonic e la serata prende un'altra piega perché decidi di giocare a calcetto: Torino vs. il resto d'Italia e soprattutto donne amiche tra di loro che giocano a calcetto o calcio balilla che dir si voglia come se non ci fosse un domani.
Certo, ma a calcetto bisogna sapere giocare o almeno darne una parvenza, così, giusto per non diventare lo zimbello del locale.
Appunto.
E io a calcetto non so giocare: sono una sega morta, sono negata, incapace e soprattutto l'ultima volta che ci avevo giocato, risale alle scuole medie e quindi parliamo del 600 A.C.
Però fresca e baldanzosa penso che qualcosa posso combinare ma nel dubbio dichiaro la mia incapacità totale.
Niente.
Zero.
Le ho preso da tutti i lati: insulti, urla, spinte, continui sfottimenti a gran voce e in tutto questo nessuno si è potuto avvicinare al calcetto, ormai diventato il protagonista della serata. E il cervello di direbbe di smettere, di fare altro, di andare a prenderti un kebab ma nulla: devi giocare.
E soprattutto una sequela di saputelle che hanno cominciato ad elencare anni ed anni di partite in ogni dove, quasi come se fossero candidate al premio di "miglior giocatore di calcetto 2012-2013".
Eh si, contro di me è vincere facile.
Ovviamente questa è diventata la barzelletta degli ultimi mesi, fino al momento di pensare di liberarmi del tavolo che ho in cucina e comprarmi un calcetto per allenarmi e sfidare chiunque.
Ma si sa, quando le persone ti vogliono bene, un calcetto te lo regalano a Natale.
E allora smettete di fare i fighi che adesso prendo un mese di ferie, mi alleno tutti i giorni come se fossi Rocky Balboa e poi vi faccio fritti.
E poi vediamo come gestirla.

Nel dubbio, però facciamo dopo Natale?




venerdì 21 dicembre 2012

Forza Maya!

Oggi è il 21 Dicembre 2012, sono le 19, 10 circa e sono ancora viva: io e altre persone nel mondo a quanto pare.
Magari adesso arriva un'astronave o un asteroide e la facciamo finita con sta tarantella che non se ne può più, nonostante anch'io siano mesi che spesso e volentieri tiro fuori sta profezia per sfottere me stessa e chiunque mi capiti a tiro in quel momento.
Beh..allora pensando che alle 00:00 magari il mondo finisce veramente, in ordine sparso avrei qualche desiderio, domanda, questione, da esprimere, forse risolvere nel caso domani mi risvegliassi bella e allegra per non essere in un altro emisfero ultraterreno dove mi costringono ad ascoltare tutto il giorno i Negramaro e Gigi d'Alessio.
  • Cara mamma, meglio conosciuta come Incubus, dove hai messo la mia collezioni di vinili che ho conservato negli anni nei miei vari traslochi? Sai li rivorrei...
  • Vincere al super enalotto non mi dispiacerebbe, risolverebbe qualche problema ma dovrei cominciare a giocare, cosa che non faccio. Ok devio iniziare.
  • Stordimento: è una patologia inguaribile per alcune cose: vedi perdita di chiavi e cellulare, possiamo fare qualcosa?
  • Non avere il dono della sintesi: vedi sopra come stordimento
  • Riuscire a dire tante cose a persone per me importanti: non lo so perché non l'ho ancora fatto, magari rimedierò
  • Vedere una serie infinita di concerti in giro per il mondo: andare alla voce vincita al super enalotto
  • Insegnare a guidare ad una serie di rimbambiti che quotidianamente incontro in autostrada
  • Far capire a mio padre che a quasi 70 anni andare in motorino sentendosi Valentino Rossi non è cosa da continuare a fare
  • Far vivere altri 200 anni la mia adorata nonnina 
  • Avere il tempo di fare tutto quelle cose che non riesco mai a fare e che rimando a data da destinarsi continuamente
  • Magari mi faccio ricrescere i capelli? (mah questa non so..vediamo..)
  • Avere più spazio in casa per libri, vecchi cd, vecchie foto, quadri e mille altre cazzate (devo finire anche di arredarla, la casa tra l'altro...)
  • Scrivere un libro (tremate!) anche se in realtà forse ho materiale per cinque e un paio li ho già iniziati
  • Aprire un blog con la mia amica Sole Abate
E poi in realtà ci sarebbe altre cose ben più serie ed importanti sia per me, sia per il mondo intero ma forse ogni tanto farsi una risata fa bene all'anima.
Su dai.Non prendetevi sempre troppo sul serio.
E se poi domani siamo tutti vivi, vi scriverò quali di queste cose avrò concluso.
Probabilmente manco una perché devo andare a comprare i regali di Natale!



domenica 9 dicembre 2012

Io, il vicino e la sua musica

A meno che non si viva in un posto isolato in mezzo ad un campo, ognuno di noi ha dei vicini di casa e ognuno di noi si lamenta per qualcosa.
La signora del piano di sopra che cammina con i tacchi alle 7 di domenica mattina, quella che stende le lenzuola gocciolanti sul tuo vestito di Capodanno, quello che combatte per lo zerbino coordinato per il condominio, quello che ha un rapporto tutto suo con la musica. 
Ecco, io rientro in quest'ultima categoria.
Quando ero piccola e vivevo con i miei nonni l'amica di mia nonna era una fan di Albano e Romina e faceva ascoltare a me e ai suoi nipoti che erano i miei amichetti, le canzoni di questi due. A noi poveri bambini "innocenti" facevano l'effetto di una merendina andata a male o di un divieto a giocare a pallone in casa e una volta le abbiamo spento la televisione mentre cantavano a Sanremo perché non li sopportavamo più. Non ricordo la punizione ma credo fosse stata abbastanza severa. 
Poi la vita va avanti, si cresce e si va a vivere da soli ed è qui che arriva il bello.
Nella prima casa in cui ho abitato il mio vicino di casa quando era single era una persona che non mi ha mai dato preoccupazioni in tal senso, salvo poi accasarsi e avere una moglie che ascoltava solo Tiziano Ferro, Gigi d'Alessio, talvolta i Negramaro ed Elisa. Salvo solo quest'ultima, se non fosse che lei cercava di imitarla pensando di cantare come lei. Meno male che ho il sonno pesante e che all'epoca non c'era X-Factor, altrimenti lei si sarebbe presentata alle selezioni cantando Luce stile Cristina D'Avena.
Giro la ruota e cambio casa e qui incontro quello che sognava di fare il musicista e di suonare la tromba.
Ecco io dico perché? Perché se a trent'anni circa non lo hai mai fatto è forse perché non è la tua strada? Ok, siamo positivi e pensiamo che hai un talento nascosto e che non sei mai stato capito. Però non è così. Dai su, fattene una ragione e non farmi venire mal di testa. All'inizio una tragedia: mono-tono e mono-nota per ore. Poi qualche piccolo progresso ed è lì che sceglie il repertorio: colonne sonore di film famosi o almeno era quello che cercava di fare. Ma l'unica leggermente decente che in grado di suonare (si, il campanello) era la colonna sonora de Il Laureato. Ad oggi che io sappia, non è in tour con nessuno, forse ha cambiato strumento e ha scelto la batteria.
Rigiro la ruota e ricambio casa. 
Quest'estate con tanto di testimonianze di amiche, il vicino di fronte cantava con una bottiglietta d'acqua che era il suo microfono direttamente sul balcone, in modo da farsi sentire da tutta la via: fenomeno di simpatia ed allegria e in questo caso attendo di nuovo di risentirlo perché era talmente convinto che dava una nota di positività alla giornata.
Parentesi: anch'io l'altro giorno in ufficio da sola cantavo i just can't get enough dei Depeche Mode con molta convinzione ma sono stonata da arresto. Ho smesso. 
Però il pezzo forte sono i miei nuovi vicini.
Una ascolta sempre il sabato mattina e la domenica mattina intorno alle 9 un cd di musica latino americana con le stesse due canzoni in loop e credo che la cosa piaccia molto alla figlia di due anni che è molto carina e simpatica, ma che crescendo farà ascoltare alla madre solo metal hardcore per vendicarsi. E stamattina non ce l'ho fatta più. Le ho messo della musica ad alto volume che diciamo non è proprio lo stesso genere: sono stati 10 minuti da incubo. Forse quasi pogavo. 
Il finale però arriva con quello che abita sopra di me che ha iniziato la sua domenica mattina così:




Ora manca solo più quello che ascolta i Club Dogo tutto il giorno e vado a vivere in Lapponia.




















lunedì 3 dicembre 2012

Una mania al giorno....

Se ti trovi a passare dei sabato sera surreali è bene rendersi che si frequentano persone surreali.
Ognuno di noi ha qualche piccola mania, gesto maniacale ripetuto, anche in loop. A volte unito a delle scaramanzie che nemmeno la smorfia napoletana conosce o ha catalogato con qualche numero da giocare, per vincere una scimmietta di peluche o un buono sconto che non userai mai.
E quindi anch'io mi sono fermata a pensare.
Vero, hai qualche mania?
Dunque..
Quando parcheggio torno indietro a vedere se ho chiuso la macchina, caso mai mi rubassero i fazzoletti di carta. Il problema che a volte lo faccio anche se la macchina non è proprio vicina o dopo 20 minuti che sono rientrata a casa, ho posato borsa, trolley, pc, oggetti non identificati, magari stando anche al telefono.
Oppure in ufficio ogni tanto mi prende l'embolo dell'ordine e decido di organizzare fogli, appunti, post-it, scatole, telefono etcc..in un ordine tutto mio che varia però in base al mio umore, pensiero e decisione.
Controllo ogni tre per due se ho le chiavi di casa perché se rimango chiusa fuori mi tocca dormire alla fermata del tram e la cosa non è delle più agevoli.
Però ho conosciuto persone che stanno peggio.
Molto peggio.
Una soprattutto che leggendo questo post non potrà che non riconoscersi, dato che è diventata l'argomento di conversazione più gettonato di Torino dopo le luci d'artista si o no o se è più buono il gelato di Fiorio o di Grom.
Ecco, lei è un genio. 
Del male però.
Colazione? Ha una tazza per il lunedì, il mercoledì e il venerdì e una che usa durante il weekend. Eh si, nei giorni di festa si usa il "servizio buono" come mia nonna che di anni ne ha 92. 
I biscotti per la colazione? Seguono un ordine preciso di posizionamento e consumo sul tavolo prima di essere mangiati: casomai l'ordine invertito procurasse disastri tremendi all'umanità e lei si sentirebbe chiamata in causa.
E non parliamo dell'abbigliamento per prendere l'aereo. 
Addosso una certa t-shirt e un certo golf e se non li mette, sono nel bagaglio a mano: "così comunque viaggiano sempre con me". Salvo poi, obbligare la povera sorella a look non desiderati non potendo scegliere in nessun modo cosa mettere. 
Altre manie? 
Per ora non sono state esplicitate ma ci tengo a sottolineare che la suddetta protagonista è una persona di sani principi, rispettosa verso gli altri, gentile ed educata.
E nella vita è una stimata professoressa.
Di matematica.
E io di mate al liceo avevo sempre un 5 secco.




domenica 25 novembre 2012

Il MIO Salvare i Murazzi


Torino e i Murazzi: un matrimonio di quelli da prima pagina che nessuno avrebbe mai voluto veder finire mentre ad oggi pare che sia in corso una pratica di divorzio, non voluta dalle parti ma desiderata da terzi.
Non ho voglia di spiegare cosa stia succedendo alla mia città perché le informazioni esistono e basta leggere con attenzione, senza mettersi da una parte o dall'altra ma cercando di capire che si tratta di un problema di una città intera e non solo di quattro persone che hanno voglia di movida. 

Visti i fatti, in meno di una settimana una pagina di Facebook a sostegno della non chiusura dei Murazzi, ha raggiunto più di 11.000 mi piace con commenti di ogni genere, alcuni dei quali non voglio nemmeno pensare di averli letti perché l'ignoranza mi rende nervosa, mi prudono le mani e potrei fare delle cose insensate tipo farmi crescere i capelli e tingerli biondo platino.
Quindi 11.000 cerebrolesi ragazzini brufolosi che si vestono come i Club Dogo e che "minkia raga andiamo ai Muri stase?".
Non credo.
Anzi vi assicuro che non è così.

E per evitare tutto ciò sabato 24 è stata organizzata una manifestazione per decretare la morte dei Murazzi e la loro rinascita nel modo più corretto per tutti: gestori, avventori, turisti, passanti e la qualsivoglia, per fare in modo che Torino non perda una sua parte importante, anzi fondamentale.
Alla manifestazione non ho partecipato causa lavoro e pensare di tornare a casa e non poter fare quella discesa, prendere da bere, entrare in un locale, incontrare amici, sorrisi, conoscere persone nuove, parlare, fumare una sigaretta all'alba felici o incazzati è come essere stati lasciati dalla sera alla mattina dalla persona che ami. Va bene, forse il paragone è esagerato ma per chi in questa città ci vive da anni e di anni non ne ha 15 sa cos'era Torino quando in Piazza Vittorio c'erano le giostre....
Ho passato ai Murazzi serate stupende e serate di merda, le ho passate con persone care e con persone meno care, mi sono divertita, ho riso, scherzato forse talvolta anche pianto. 
Sono andata a feste indimenticabili, ho sentito della musica che mai pensavo potesse arrivare a Torino, ho perso sciarpe e guanti chissà dove, ho bevuto dei chupito di merda.
Ho fumato tante sigarette e bevuto in compagnia di persone che fanno parte ancora oggi della mia vita e di altre che non ne fanno più parte.
Li ho fatti amare da amici e amiche che non sono di Torino e che fino a qualche anno fa pensavano che a Torino ci fossero solo la Fiat, la nebbia e la Mole e che hanno scoperto angoli, spazi, luogh che ogni giorno riservano sorprese. 
E poi c'è la musica. Quella dei locali che mi piacciono, quella dei locali che non mi piacciono ma che rendono felici altre persone e che quindi saranno contente della loro serata.
La musica di gruppi torinesi che sono passati da un concerto con 50 persone, un furgone scassato e quattro amici al bar a girare l'Italia (e non solo in alcuni casi) portando un pò di questa città ovunque (e sono molti di più di quelli che pensiate). La cui musica in qualche modo è stata influenzata da serate passate a discutere di quelle parole e di quelle note  che non dovevano rimanere solo loro ma che dovevano diventare qualcosa di tutti.
Ed è vero ci sono anche i Murazzi dei pusher, della gente che ti può dare fastidio, del porcaro con il panino al topo morto e dell'abusivo che vende la birra nelle bottiglie di vetro. Si è vero ci sono anche i pericoli ma i pericoli non sono ovunque? E allora sediamoci ad un tavolo e cerchiamo di capire come possiamo fare, tutti insieme per eliminare i pericoli, regolarizzare la situazione e ridare a Torino qualcosa di suo.
Non voglio vedere i Murazzi che ho visto ieri sera.
Locali chiusi con cartelli di sequestro (anche se qualcuno era aperto..), poca gente e soprattutto un lento fluire di poche persone con visi increduli e in alcuni casi incazzati, il totale silenzio e un lento appropriarsi di una terra di nessuno verso Giancarlo, nebbia e freddo forse più nell'anima che altrove.
Questo lento appropriarsi alla Voldemort di Harry Potter, cari residenti del comitato di stacippa lo state sottovalutando. 
State sottovalutando il problema, la situazione e le persone che invece stanno cercando di risolverlo.
Tornare indietro per vivere in una città dormitorio, silente e silenziosa, senza qualcosa che negli anni l'ha resa viva, vivace e anche famosa è un grandissimo errore. 
E non lo dico solo da frequentatore dei Murazzi ma lo dico da Torinese e questo vale ancora di più.

People have the power 
The power to dream, to rule
to wrestle the world from fools

Patti Smith



martedì 13 novembre 2012

Siga (elettronica) time

Fumare è un vizio e come molti altri vizi fa male.
Io fumo, non tantissimo, ma fumo.
Fumo poco durante il giorno, fumo molto di più quando esco o decido  di avere dieci minuti solo per me per fissare come un ebete il fumo della sigaretta.
Fumo quando scrivo (come adesso) fumo per rilassarmi in silenzio.
Non ho letto il libro di Allen Carr (è facile smettere di fumare se sai come farlo) e credo che se  decidi di smettere, lo devi fare e basta.
Però penso che il business delle sigarette elettroniche sia una grande colpo di genio e una grande cagata allo stesso tempo.
Genio chi ha fatto proliferare negozi che le vendono: ne trovi ovunque e tra un pò saranno più numerosi di kebbari e ristoranti giapponesi. Però chi ne fa uso è per me un essere quasi mitologico, da studiare, da analizzare e presto verrà inserito in tutti i libri di psicologia o intervistato a Studio Aperto.
E non puoi non notarli. 
Anzi, forse lo fanno apposta per essere fissati da tutti quelli che come me (sfigati) fumano sigarette normali. Deduco quindi che come al solito sono fuori moda, non ho l'ultimo modello dell'accessorio del secolo, tipo Iphone, o sneakers limited edition, firmate da uno stilista turco che fino a ieri faceva l'impiegato e adesso invece è il cisti designer più cool del pianeta.
Scusate utilizzatori di sigarette elettroniche ma il tutto a me fa un gran ridere e lo dico con ironia, non per criticarne l'uso o altro. Però vedere persone avvolte in una nuvola di fumo come in una bisca clandestina o intente a fare dei mix di liquidi colorati e profumarti alla fermata dell'autobus mi sembra una scena di un film dell'orrore. Per non parlare poi, di porta sigarette da mettere al collo o kit d'uso per fare una sigaretta al sapore di vaniglia o di gnocchi al Castelmagno. Il mio parrucchiere che credo sia uno dei fumatori più accaniti che io conosca, quando aveva deciso di fumare di meno e ha optato per la siga elettronica, descriveva le sue misture di odori, sapori e quanto altro come se fosse un alchimista del Medioevo intento a creare pozioni degne della magia nera. E sinceramente mi sembrava riposseduto
Non discuto né dei costi, né del fatto che non faccia male rispetto ad una sigaretta normale (ma ne siete così sicuri?) ma vedere delle persone ossessivo compulsive che ne parlano come se avessero trovato la soluzione a tutti i problemi della loro vita, mi lascia un pò perplessa.

Fumare non è sano. Ok. 
Ma se devo anche diventare il piccolo chimico per cinque minuti di pausa dal mio cervello vado a coltivare pesche sciroppate in Libia.

martedì 6 novembre 2012

Caro Sindaco di Torino ti scrivo...

Caro sindaco Fassino,

Le scrivo questa lettera per farle conoscere la mia opinione sull'attuale situazione della movida della nostra città, opinione per altro condivisa in questo  momento da molte persone che conosco.
Le faccio subito presente due cose: 1) abito a 10 minuti a piedi dai Murazzi, 2) sono un assiduo frequentatore degli stessi.
Per quanto riguarda il punto 1, le vorrei dire che non uso tappi per dormire, non ho costruito barricate alle finestre, la mia vicina ha una bambina di 2 anni, la signora che abita sopra di me ha circa 80 anni, i vicini di fronte abitano in questa casa da circa 30 anni e sono tutte persone sane di mente che non riportano segni di scompenso dovuti al fatto di abitare in una zona "animata" della città. 
Anzi, sa qual è il mio problema? Purtroppo abito al primo piano e il 15 che passa sotto la mia finestra un pò mi disturba: potrebbe fare qualcosa per deviarlo? Che so in provincia di Cuneo?
E si è vero, spesso parcheggio lontano, soprattutto durante il weekend perché chi esce, va a cena, a bere una birra o un caffè in piazza Vittorio, ai Murazzi, alla Gran Madre etc.. (e quindi spende dei soldi) me lo trovo sotto casa e io sono costretta a numerosi giri. Sa, io sono stanca, lavoro a 80 km da casa e vorrei mettere la macchina davanti al portone, come possiamo fare? 
Anzi, se potesse anche dire al ristorante davanti a casa di togliere il dehor, non far sedere la gente fuori per cenare e chiudere alle 21 sarebbe meglio, guadagneremmo più spazio diminuendo del 90% il fatturato della sua settimana, ma noi residenti saremmo molto più tranquilli.
Per il punto 2 invece vorrei che si impegnasse maggiormente a risolvere problemi di rumore, di gente che per strada parla e ride, magari fuma una sigaretta e soprattutto beve e consuma quello che viene venduto nei locali dei Murazzi e dintorni, facendo si che la gente lavori, l'economia della città funzioni e soprattutto renda Torino una città diversa da quella che era alcuni anni fa. 
Ma lo sa, vero che era una città diversa, no?
Sa, io sono andata a scuola in Piazza Vittorio, mia nonna abitava lì vicino (e io ho passato parte della mia infanzia con lei) e avendo io non 18 anni ma il doppio più uno, le dico che c'erano pusher ad ogni angolo, ladri di motorini, venditori di macchine rubate e uno dei pochi bar decenti e frequentabili era quello sotto la mia scuola. Bar che attualmente è un noto locale di Piazza Vittorio. Perché lei lo sa che alle 7 di sera all'epoca c'era la morte nera in giro vero? E si è vero ha ragione, c'era un gran silenzio. Si certo, nessuno usciva di casa se non qualcuno con il cane o qualche matto (e le assicuro più di uno) che come me che andava ai Murazzi nei locali fracassoni che qualcuno adesso vorrebbe vedere morti e chiusi e che soprattutto da un certo orario in poi NON dovranno più vendere alcolici. 
Mi potrebbe spiegare il motivo di tutto questo? Quindi dalle 20 alle 3 tutti possiamo andare in coma etilico e mi possono vendere da bere e dopo tutti con la tisana depurativa per eliminare l'alcol in eccesso?. 
O forse non le piace la musica dei locali? 
O le danno fastidio le persone che vanno in giro? 
Ama di più gli zombie, la nebbia, gli scippatori sotto i portici di via Po che potranno agire indisturbati? Oppure preferisce un'orda di ambulanti abusivi che venderanno di sgamo birrette a tutti dalle ore 3 in poi bivaccando sui gradini di ogni dove (e probabilmente anche di casa mia)?
Sicuramente problemi ce ne sono e ce ne saranno sempre in ogni città ma la storia dovrebbe insegnare che con repressioni stupide, regolamenti inutili, leggi ignoranti (perché ignorano lo stato delle cose) ci sarà sempre il modo di "aggirarle" e forse di creare danni che nemmeno ci immaginiamo.
E poi i Murazzi sono una parte fondamentale della vita e del volto di Torino, sono la nostra città, parte integrante di quello che siamo e cercare di distruggerli non le porterà certo un gran bene: né alla città, né a lei.

Vorrei quindi dirle che io non cambierò casa, continuerò ad andare ai Murazzi e se non troviamo subito una soluzione intelligente a tutto quello che è stato detto e fatto fino ad adesso, domani sera si troverà un "gruppetto" di persone sotto a casa che vorranno offrirle da bere. Ovviamente dopo le 3.

Con affetto, una cittadina torinese.




mercoledì 10 ottobre 2012

Perché c'è un cuoco in ognuno di noi. O quasi.

Cucinare. 
Arte? Design? Creatività? Moda? Business?
Forse tutti questi elementi messi insieme, però una cosa è certa: tutti cucinano, tutti vanno in televisione a cucinare, tutti scrivono di cucina e Real Time sul cibo e la cucina basa gran parte della sua programmazione (cucine da incubo I love you!)
La Parodi junior ne ha fatto una scelta di vita: invita degli ospiti, cucinano insieme dei piatti da loro scelti e lei li intervista facendogli delle domande tra il banale e l'ovvio  mentre sfornano teglie di lasagne perfette e dolci con cinque strati di panna montata a forma di Duomo di Milano.
Eh va beh.
Alessandro Borghese con i suoi amici del té va in giro per l'Italia a consigliare come usare poco o tanto olio nella parmigiana e se la tovaglia gialla della squadra A è migliore della tovaglia verde della squadra B (sempre programmazione Real Time).
Eh va beh parte seconda.
Il fighetto Simone Rugiati dispensa ricette da cuoco super preparato sia in radio, sia in tv, con i suoi modi da incantatore di serpenti (soprattutto serpenti donna) facendo sembrare la ricetta segreta dei panzerotti di zia Pina, facile come comprare la pizza sotto casa e mangiarla sul divano davanti alla televisione.
Eh va beh parte terza. 
E non parliamo del Boss delle Torte. Castelli medioevali fatti con il pan di spagna, cioccolatini a forma di automobili d'epoca, il Colosseo di Roma realizzato con la frutta candita, feste di matrimonio che venderebbero la nonna per avere una torta di questo tipo al loro ricevimento. 
Tutto ciò è molto divertente, simpatico, a tratti esagerato.
Ma io avrei una domanda. 
Così, tanto per. 
Ma se uno decidesse di replicare a casa propria qualcuna delle ricette o parte di esse, di qualcuno di questi personaggi che fanno sembrare tutto facile come fare un caffè, cosa bisogna fare? C'è un call center per domande varie? Un aiuto da casa? 
Situazione tipo A) Inviti a casa l'uomo della tua vita e sapendo che lui adora la cucina thailandese, ti vendi come un'esperta del settore essendo andata in vacanza a Bangkok l'anno scorso. Chiami Borghese? Scarichi da you tube un tutorial della Parodi? Magari quando che sò, Bruno Vespa è stato ospite da lei, hanno cucinato un pollo alla Bangkok e magari la tua vita è salva grazie a spezie ed aromi made in Thailandia.
Situazione tipo B) decidi di festeggiare il tuo compleanno a casa invitando una ventina di amici e annunciando la serata a tema: tutto sarà a base di cucina siciliana. E pensare che le tue origini sono padre di Trento e madre di Bologna, nonni originari della Valle d'Aosta. E dato che la famiglia non aiuta, ti ricordi che ti sei appena abbonato a My Sky e una puntata di Simone Rugiati era proprio sulla cucina siciliana. Perfetto. E allora arancini come se piovesse, timballo di maccheroni, frittata ripiena e per concludere cannoli siciliani. Non vorrai mica non farli con le tue mani? Eccerrtto. A Simone sono venuti così bene che sembravano comprati in pasticceria a Palermo, vuoi non riuscirci anche tu?

Tutto questo per dire che cucinare è un'arte e se c'è chi lo sa fare bene, molto bene o più o meno bene, è perché ci mette passione e impegno sia da solo, sia in compagnia.
Occhio però ad una cosa. 
Alcune di queste persone sono vere professioniste, altre magari sono un pò come dire, "paracule" e quindi prima di promettere cene da chef stellato a parenti e amici facciamo un paio di prove per evitare di devastare la cucina e diventare il miglior cliente del pizzettaro sotto casa!






domenica 7 ottobre 2012

I live in a criminal state

Quando ho deciso di aprire questo blog, mi ero ripromessa di riempirlo di post che dessero il mio punto di vista sul mondo in generale, senza essere di parte in nulla, per fare due risate, per essere a volte critica ma sempre in maniera ironica. Un modo per trovare il lato positivo alle cose anche quando sei stanco e arrabbiato con il mondo.

Faccio uno strappo alla regola con queste righe il cui titolo non poteva non essere una frase di  una canzone dei Ripley: I live in a criminal state.

Manganellate agli studenti che manifestano a Torino. Ualà!
Tutti i social network con foto a testimonianza dei fatti, commenti di ogni genere, commenti stile "hanno fatto bene a menarli" e qualcuno che lo ha detto lo conosco bene, molto bene.
Cercherò (con estrema difficoltà, sappiatelo) di mettere da parte il mio poco amore nei confronti delle forze dell'ordine in generale: ognuno è libero di pensarla come vuole ma a volte li manderei volentieri a zappare la terra. Con tutto il rispetto per chi lo fa di mestiere.
Non sono qui per raccontare quello che è successo perché il bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti non ci permette di essere ignoranti su niente, ma nel caso qualcuno non ne fosse a conoscenza può tranquillamente usare Google e troverà qualsiasi tipo di spiegazione.
E di commento.
E di frasi fatte che spesso non c'entrano niente.
Si perché in Italia chi manifesta vuole solo:

  1. Rompere le palle
  2. Non fare niente/non lavorare. Occhio stiamo parlando di ragazzi di 16 anni. Voi non avete  mai avuto voglia di dire la vostra? 
  3. Roba di centri sociali che vogliono rompere i coglioni ma sono tutti figli di papà che devono passare la giornata
  4. Ecchheppallle volevo andare in centro e questi creano solo casino
  5. Tanto manifestare non serve a niente e poi sti qui che pensano di fare?
Premesso il fatto che tanti la pensano come dal punto 1 al punto 5. Fatti loro.
Però una cosa ve la vorrei dire cari signori con divisa, casco, manganello e compagnia cantante. 
Oggi, questa sera, domani quando vi guarderete allo specchio sperate di non incontrare i vostri figli, gli amici dei vostri figli, i vostri nipoti perché nessuno di loro sarebbe fiero di voi, nessuno di loro sarebbe fiero di un padre che si comporta in questo modo.
Vi sentite quindi eroi? Bravi. 
Si magari qualcuno ha sbagliato, ha esagerato, però non si manganellano degli studenti, dei ragazzini, non è da uomini e soprattutto non dovrebbe essere fatto da coloro che ci dovrebbero difendere e invece sembrate quelli da cui noi dobbiamo avere paura.
Fatevi furbi una volta per tutte e cominciate ad essere presenti quando veramente abbiamo bisogno di voi. 
Ci vediamo.
Anzi no. 
Perché quando cercheranno di rubarmi telefono e portafoglio alle 2 di notte (eh ma non devi andare in giro alle 2 di notte da sola sai? è colpa tua) voi sarete a casa.
Pronti per il corteo del giorno dopo.




giovedì 4 ottobre 2012

Scusa ma tu che lavoro fai?

Solitamente è una delle classiche domanda che si fanno quando conosci qualcuno per la prima volta, così, giusto per iniziare a parlare di qualcosa che non siano le scarpe (lato donna) e il calcio (lato uomini). 
Per alcuni dalla professione definita la risposta è facile: il medico, il postino, l'avvocato, l'astronauta, il panettiere, la commessa, il commercialista etc...questo perché sono attività definite nella mente di ognuno di noi e che riportano a qualcosa di tangibile, o almeno immaginabile, o se non altro dal significato non troppo oscuro.
Se però la risposta è: mi occupo di marketing (stando sul vago..) la persona che hai di fronte ti guarda pensando che tu abbia qualcosa di strano o se invece è vagamente interessata prova a chiederti spiegazioni.
E allora è il panico. 
Tu cerchi quindi di far capire che al mondo esistono delle persone che in aziende di qualunque genere e tipo che pensano a delle cose più o meno creative insieme ad altre persone più o meno creative, per poi svilupparle e vendere qualcosa e la parola qualcosa può animare la conversazione oppure ucciderla.
1) Ah quindi tu sei quella che pensa a come fare una roba e poi fate tipo la pubblicità con Fiorello oppure fate video fighi che vanno poi su YoTube? Beh si anche, però poi alla pubblicità ci pensano le agenzie di pubblicità che con il cliente sviluppano un'idea, un progetto...e per fare il video devi parlare con il regista, il direttore delle fotografia, organizzare tempi, modi, budget magari in poco tempo. Silenzio parte prima.
2) E allora fate anche gli eventi con le modelle, invitate un sacco di persone, organizzate feste e cene, figo! Beh si certo gli eventi si organizzano ma il più delle volte tu sei lì per fare in modo che vada tutto bene, stai in piedi 20 ore, succede sempre qualcosa stile Fantozzi, magari  fumi 100 sigarette e non sei sempre diciamo..l'anima della festa. Silenzio parte seconda.
3) Ah ma vai in giro anche per fiere in tutto il mondo così ti spari un sacco di viaggi e vedi un sacco di posti fighi! Si certo se serve in fiera ci vai ma normalmente prendi 4 aerei in 24 ore e nei 10 per visitare 10 padiglioni di fiera e incastrare 10 appuntamenti. Silenzio parte terza.
4) Beh allora era più figo quando facevi l'account in un'agenzia adesso mi sembra un pò così così come lavoro. Guarda in parte il lavoro è lo stesso: mettere d'accordo persone e situazioni, fare pr, organizzare il tutto per bene, correre di qua e di là, capire cosa e perché, stare al telefono 24 su 24, implorare fornitori, colleghi, clienti a fare e rifare le cose 100 volte anche sabato, domenica, di notte, di giorno. Silenzio parte quarta.
5) Però in ufficio a fare ste cose vi divertite un casino! Non ci annoiamo ma ieri ad esempio abbiamo discusso 4 ore su una lettera di una parola se era giusto colorarla di verde mela o di rosso sangue di giuda. Sai è un'etichetta di un vino importante e non vorremmo sbagliare il posizionamento sul mercato con un target individuato errato che potrebbe dare una redemption negativa sul prodotto entro l'anno, incluso il fatto che il packaging ad oggi non rispetta le linee guida che ci siamo prefissati in precedenza.

Aria da punto interrogativo.

Ah ok (sempre l'interlocutore che hai di fronte). Beh vuoi bere qualcosa?
Si grazie.
Un vodka tonic. Doppio. E fai che ordinarne già altri due.





lunedì 9 luglio 2012

Mi ha detto che sta cercando parcheggio..

Facebook, twitter, stampa on line etc... mi stanno danno innumerevoli spunti per scrivere un post sulla "movida" torinese ma per me il problema di Torino in questo momento è un altro: il parcheggio.
Sicuramente io sono particolarmente sfigata perché anche se abitassi isolata in cima ad una montagna, ci sarebbe il vicino di casa con il trattore a rubarmi il posto.
E non guido né un furgone, né un camper, né una macchina lunga sei metri ma una banalissima Toyota Yaris grigia la macchina più venduta del millennio (insieme alla Uno che guidava mia mamma quando ero piccola).
Certamente non aiuto la causa decidendo di abitare sempre in zone incasinate ma questo non è un problema per me perché ho sempre scelto in maniera cosciente di vivere nel delirio, ma in ogni caso il parcheggio oltre ad essere il più delle volte inesistente è uno stress.
Stress che a breve diventerà fonte di servizi per Studio Aperto, dopo Corona e come combattere il caldo bevendo tanta acqua.
Il parcheggio non lo trovi sotto casa,  non lo trovi sotto l'ufficio,  non lo trovi sotto casa dei tuoi genitori, parenti e amici e questo perché ognuno di noi possiede quattro auto a testa? 
In parte si,  in parte di parcheggi ce ne sono pochi anche se a pagamento e non tutti possiedono garage e posti auto che in molte zone della città non esistono o costano come il lavandino d'oro della barca di Briatore.
E di conseguenza scenette di ogni tipo diventano all'ordine del giorno.
Risse per parcheggiare un Cayenne al posto di una Smart,  bambini utilizzati come pali per tenere il posto mentre "papà sta facendo il giro dell'isolato", amiche spinte giù dall'auto in corsa perché a sei chilometri dal locale "ho visto un parcheggio", amici arrivati in anticipo che tengono il posto a quello che è ancora a casa a farsi la doccia, crisi di nervi e 50 sigarette fumate, serate rovinate, ritardi accumulati, film iniziati al cinema, concerti visti a partire dalla terza canzone.
Ad ogni torinese che si rispetti è capitato questo, come è capitato di fermarsi sotto casa di qualcuno per sei secondi ed essere ricoperto da insulti di ogni tipo perché in quei sei centimetri c'era qualcuno che voleva parcheggiare. 
Soluzioni? Molte ma alla fine nessuna perché la macchina serve per andare al lavoro, serve per uscire, andare a fare la spesa e soprattutto è parte della nostra vita, delle nostre abitudini e quanto altro, anche se a volte l'uso che se ne fa è esagerato e assurdo perché camminare non fa male, anzi, e soprattutto evita di essere già nervosi alle 9.01.
Fatte tutte le considerazioni del caso se non abitate a Torino e state aspettando qualcuno in piazza Vittorio, a San Salvario (lì poi è pieno di parcheggio!) o in qualsiasi zona della città con almeno tre locali vicini e qualcuno vi chiama dicendovi: "sto cercando parcheggio 5 minuti e arrivo!". Ok. Tranquilli. Andate a casa guardatevi Via col Vento o Balla coi Lupi (durata ore tre) e poi uscite con calma. Arriverete insieme e alla domanda: "Scusaaa è tanto che aspetti?" "No figurati, ho un'ampia collezione di DVD a casa..."

venerdì 22 giugno 2012

Storia d'amore e d'incomprensione

In fin dei conti ci conosciamo da tempo ma non ci frequentiamo da molto.
Durante il freddo dell'inverno mi lasci da sola sotto il piumone e io non penso a te.
Poi arrivi come al solito, all'improvviso, sempre quando meno me lo aspetto.
E allora ci vediamo, ci sentiamo, ci rincorriamo: io ti cerco e tu mi rispondi.
Poi non ti voglio più ma so che prima o poi ti rivorrò accanto.

E quando mi sento male ti maledico, maledico il giorno che ti ho incontrato, anche se poi spesso so di avere bisogno di te anche se non voglio ammetterlo.

Perché ho paura, ho paura delle sensazioni piacevoli e ingannevoli (non al cuore ma alla cervicale) che solo tu sai darmi.

E quindi anche per quest'anno caro condizionatore il nostro amore sarà fatto di alti e bassi e se un giorno farai parte della mia vita e della mia casa, forse riusciremo ad avere una relazione stabile.


martedì 19 giugno 2012

Ma la posta funziona????

Ormai è ufficiale: sei non sei tecnologicamente al passo coi tempi sei uno S.F.I.G.A.T.O. ma uno sfigato vero. 
Di quelli che a scuola venivano sempre lasciati da soli durante l'intervallo e che non volevi mai in squadra per giocare a palla prigioniera perché erano imbranati.
Se non possiedi almeno uno o più: smartphone, ipad, iphone, cellulari di ultima generazione (definizione di super moda ultimamente), BB (BlacKBerry per chi ancora non lo sapesse), MacBook Pro o Air e varie ed eventuali, sei fuori dal mondo e dalla community.
Ma soprattutto quale community?
Quella dello stressato sempre connesso? 
Quella delle mail che ti raggiungono ovunque anche sulla Luna? 
Si, quella e ne facciamo tutti parte. Me compresa.
E se almeno una volta nella vita ti capita di fare un viaggio su un qualsiasi Frecciarossa da Torino a Milano in orario di lavoro, questo scenario è la normalità delle cose.
Gente che cerca di connettersi alle reti ungheresi che per caso in quel secondo hanno campo perché la loro non funziona o fissano l'iphone che per 3 secondi non si collega a Facebook o non scarica l'ultima App che in ufficio hanno tutti ma tu no.
E perché no???
Perché la sfiga ha voluto che in quel momento tu fossi sotto la doccia e la scaricavano tutti tranne te. E il giorno dopo se il peggiore sfigato, appunto, dell'universo.
Questa mattina da Torino a Milano ho avuto il tempo di pensare tutto questo perché mi sentivo un'aliena leggendo un libro come da sempre fanno (forse facevano) tutti sul treno, anche se ammetto che per qualche minuto ho usato il mio ipod prima che si scaricasse definitivamente (ma questo perché sono imbranata e pensavo che potesse riprodurre musica 24 su 24 all'infinito alimentandosi con la mia playlist).
Ovviamente molto spesso si tratta di persone che lavorano e che stanno andando a lavorare e che stanno pensando a cosa dire e fare nella prossima ora, però l'ansia da "oddio non sta scaricando la posta" è una malattia sociale e forse dovrebbe passarla la mutua, fornendo soluzioni e medicinali a basso costo o a costo zero.
E allora va bene tutto ed è giusto che il mondo si evolva ma senza stress, anzi no, con meno stress che tanto prima o poi il cellulare prende di nuovo e lo farà nel momento meno adatto, squillando nel momento meno adatto: tipo mentre stai prendendo il caffè, hai il telefono in mano, l'ipad nell'altra e la borsa con 100 fogli e per rispondere succederà il disastro: vestito macchiato di mokaccino prima dell'appuntamento più importante della tua vita.
No problem.
Ci sono App che ti consigliano la lavanderia più vicina con servizio espresso.
Anche su Marte.

mercoledì 13 giugno 2012

Canzoni di m3***

Considerando il fatto che ognuno di noi possa avere i propri gusti in materia di cibo, abbigliamento, arredamento, viaggi, cinema, libri e la qualunque anche la musica rientra in tutto ciò: a me piace un cantante, un gruppo e al mio vicino di casa o di scrivania un altro.
E fin qui niente da dire.
Però c'è sempre un però.
Ci sono delle cose BRUTTE a prescindere, brutte perché lo sono esteticamente, perché non sanno di nulla, perché hanno un brutto colore, sapore, odore o perché sono proprio una cagata e non si capisce perché a qualcuno possano piacere o addirittura perché ci sia qualcuno al mondo che possa spendere dei soldi per comprare delle cose BRUTTE.

Grazie ad un piacevole spunto dato da una squinternata coppia di amici (e voi sapete chi siete miei cari!) esistono delle canzoni brutte, orribili, nemmeno degne di essere ascoltate o scaricate e soprattutto scritte, realizzate, suonate, cantate etc...ma nemmeno alla festa della salamella di Roccasperlata o alla sagra del cappone a Sparingella.
No. Da nessuna parte e per nessun motivo.
Nemmeno al decimo chupito per festeggiare l'addio al celibato del vostro amico che per dimenticare quella rompipalle che ha deciso di sposarsi, vi ha portato nella peggiore bettola del mondo per non ricordare che il giorno dopo dovrà fare 190 foto con giacca e cravatta e salutare i parenti venuti dall'Australia.

E allora tocca a voi cari amici vicini e lontani, elencare le canzoni per voi più brutte della storia dando, se volete anche una breve spiegazione del perché ma non del tipo: il cantante se la tira, il batterista è grasso, quello che faceva i cocktail nel locale ha usato la vodka del discount. No.
Le canzone devono essere le vere protagoniste e possibilmente canzoni più o meno famose.
Tanto al massimo ci vietano di andare al concerto di quelli che abbiamo criticato ma chissene, ci fanno anche un favore!
Ok comincio io in ordine sparso e ne metto giusto qualcuna, perché la lista sarebbe troppo lunga.

Gigi d'Alessio - Mon Amour (attenta ricerca su YouTube per scovare il titolo)
Se canta Gigi d'Alessio domani posso farlo anch'io!

Valerio Scanu - Per tutte le volte che
Scanu, ti prego vai ad un reality per parrucchieri e smetti di salire su di un palco.

Justin Bieber- Boyfriend
Se non sapete della sua esistenza considerate che su YouTube ha 72485768 visualizzazioni 

Negramaro - Singhiozzo 
Giuliano NO COMMENT. Alla seconda nota il singhiozzo viene a me. E non dico altro

Detto ciò, concludo con un consiglio: 
cercate Club Dogo Feat. Giuliano Palma: P.E.S. 
Sarà una sorpresa esaltante.
Ma prima mandate a letto bambini, anziani e deboli di cuore e di stomaco.







lunedì 23 aprile 2012

Remember the time

Causa scleri di lavoro  ho abbandonato per un pò di tempo il blog che però stasera torna più vivo che mai per un post revival a conclusione di un weekend revival. 
Appunto.


500 km in circa 36 ore per fare Santo Stefano Belbo (luogo di lavoro o meglio detto Hogwarts o la casa dei Cullen e se non capite la citazione non avete mai visto né Harry Potter e né Twilight) Mantova e poi Mantova Torino.
Ok solita solfa. Ok solito concerto. Ok Subsonica.
Non racconterò niente del concerto, della scaletta, del palco etc...perché tante persone che leggeranno questo post dovranno avere la faccia da ebete con in mano la sorpresa dell'ovetto Kinder come la sottoscritta l'altra sera e quindi zero spiate!
Però una cosa la voglio dire.
Salto indietro nel tempo a 15 anni prima ma con le stesse emozioni. Anzi di più. Ed era il periodo in cui non c'era Internet e c'erano le cassette e i primi cd (Cit. Max Casacci) ma le sensazioni che la musica può darti sono le stesse (Cit. Pinkveronica). 
Si perché la musica non ha età, sesso, tempo, attraversa anni e periodi di ogni tipo ma può renderti sempre una persona felice e chissà con il passare del tempo anche migliore. Perché in ogni caso quello che un altro scrive e suona per te, tu la fai tua, la rendi personale e rimane sempre nel tuo cuore. E non importa se il testo è banale o la nota è sempre la stessa e il cantante ha la voce di una cornacchia o di un usignolo: tu sai che è lì per te e per te (e per tutti gli altri) sta facendo qualcosa di speciale. 
Ognuno di noi ha le proprie canzoni del cuore, la propria top ten, i propri gusti e quanto altro ma il potere delle note messe insieme è uno solo per tutti: rendere felice chi suona e chi ascolta. E se poi chi suona è ancora più felice di chi ascolta allora il finale è quello che desideravi, qualunque sia il genere suonato, cantato, urlato. E allora non senti più la stanchezza della giornata, i km fatti, il traffico in autostrada, il navigatore impazzito, il collega rompicoglioni e il fidanzato/a che te la fa a fette.
Tutto per un breve lasso di tempo scompare e tu sei felice.
Felice di quel biglietto in mano.
Felice per quella faccia da rimbambito appena si spengono le luci e senti la prima nota.


E allora grazie di cuore a tutti coloro che hanno fatto della loro ragione di vita una strofa, un strumento, una nota perché quando le canzoni sono belle sono di tutti. E questa frase fighissima non l'ho detta io ma segnatevela lo stesso.





mercoledì 28 marzo 2012

Che stress!!!!

L'altro giorno ho seguito un corso sulla sicurezza sul lavoro e oltre a capire perché ho mal di schiena (il monitor del pc in ufficio sempre storto, il portatile letto in posizioni da maestro yoga indiano, seduta con le gambe incrociate, in piedi davanti al computer scrivendo in maniera nrevosa) e che non spegnerò mai un incendio e che il primo soccorso non è quello di ER con George che ti salva la vita, ho capito una cosa importante: siamo un mondo di STRESSATI.
Si, tutti. In tutti i lavori, luoghi, condizioni sociali e ruoli.
Tutti.
Una banda di matti pronti a sparare a vista. Con conferma della prof che lo stress è una delle "malattie" che maggiormente si verificano in ogni dove.
Ok. Io allora sono stressata. Arrivo al corso correndo, con il cellulare in mano, pensando a quello che non potrò fare durante il giorno di urgente (eh si perché tutto è urgente!), dopo aver bevuto 2 caffè alle ore 9. E i miei compagni di corso non sono da meno.
Poi ti confronti con amici e conoscenti e tutti ti dicono che hanno ripreso a fumare 10 sigarette al giorno, hanno mal di testa cronico, sono stanchi, non dormono, hanno la gastrite, la depressione, sono sempre incazzati con il mondo e gli scatti d'ira sono all'ordine del giorno. Pazzi sclerati che si aggirano nel mondo con computer, tablet, smartphone di ogni genere e sorta, agende, quaderni, fogli, blocchetti con evidenti tic nervosi e ripetitivi degni di un film di Totò e Peppino.
E sbagliamo tutti perché non si dovrebbe vivere così. E non vuole dire dormire tutto il giorno, non fare niente e muovere la penna o il mouse per lo stretto necessario, vuol dire cercare di migliorare la propria vita e quella degli altri in piccole cose per rendere la giornata meno tragica di quella che non già sia. 
Aiuterebbe un sorriso alla mattina, un ciao detto in maniera gentile e non con un grugnito, una battuta, un come stai sincero e non di circostanza, non vivere in guerra e cercare di aiutarsi, collaborare, organizzarsi quando si può (o almeno si potrebbe o almeno proviamoci).
Io sono stressata si, certo, ma sono anche quella del sorriso, della battuta e dell'aiuto. Sono per lavorare in team, per dividersi i compiti, per cercare una soluzione e non il colpevole, per andare a casa ad un'ora decente ognuno a farsi i fatti propri. Sono anche una sognatrice è vero ma fortunatamente ho incontrato persone che la pensano come me e se hai una giornata storta di offrono un caffè, una sigaretta, un cioccolatino a seconda delle esigenze.
A me questa mattina è bastato un mini bombolone mangiato con la mia collega per evitare la terza guerra mondiale.
Ah, dimenticavo.
Non faccio né il chirurgo, né salvo persone in fin di vita, né lavoro al pronto soccorso in condizioni di emergenza, né guido l'ambulanza con un ferito grave a bordo.
Mi occupo di marketing, di comunicazione, di eventi e il mio lavoro mi piace e mi impegno per farlo bene e per imparare sempre qualcosa di nuovo per me, per i clienti e perché sono una spugna che cerca di assorbire il meglio da tutti. Sbaglio, mi incazzo, sono anche permalosa ma alla fine cerco di fare quello che penso e spero sia corretto fare.
E a volte tutto questo stress è ingiustificato.
Il mio e quello degli altri.
E allora propongo di istituire ogni giorno i 5 minuti da NO-STRESS day, forse ci fermeremo 5 minuti più in ufficio ma magari usciremo con il sorriso e non il grugnito.

lunedì 26 marzo 2012

Scrivi tu che scrivo anch'io!

Ho sempre scritto per lavoro e non solo. 
Scrivo non so quante mail al giorno. Non so quanti brief e presentazioni. 
Appunti. Didascalie. Spiegazioni. Filastrocche. Newsletter. Storielle. 
E poi sms, facebook, twitter, skype etc..
Infatti volevo fare lo sceneggiatore. Poi però la vita ha preso una piega diversa e ho fatto altro, diciamo sempre "quella roba lì nella comunicazione" come dice mia madre con una faccia tra il non so e "il sei una sfigata ti avevo detto di fare il medico che in quel campo c'è sempre lavoro tanto devi curare il mal di testa che gli altri hanno per colpa del lavoro".
Lei si che è saggia. Come no.
Mai sentito parlare di quella sfigata che ha scritto i libri su Harry Potter? Credo non facesse il medico...
Ora ho un nuovo capo che necessita di un interprete dal cinese al turco perché non sai mai cosa voglia fare e cosa stia pensando di voler fare. Mille idee da sviluppare di ogni genere e sorta tanto "il marketing e la comunicazione si inventano e quindi fatti venire qualche idea ma intelligente! Non quelle robe lì che fanno tutti". Certo. Tanto sono qui a pettinare le bambole. O a smacchiare i coccodrilli. O non so che altro. 
Però ho trovato una soluzione.
Gli scrivo una canzone.
E come dice un mio collega (lui che è la parte creativa) questa è la sfiga dei laureandi e laureati in lettere.
E allora vedi che aveva ragione mia madre?
Oddio no.

giovedì 8 marzo 2012

8 marzo 2012

Se è vero che a dicembre finisce il mondo come hanno detto i nostri amici Maya, grazie a Dio sarà l'ultima volta che festeggeremo la festa della donna.
Si, perché se la maggior parte delle persone usasse la rete per capire il significato di questo giorno, avrebbe poco da festeggiare ma si fermerebbe a riflettere. 
E dopo una breve riflessione potremmo smetterla con  mimose puzzolenti, inseguimenti ai semafori da parte di pakistani che cercano di vendere improbabili fiori con palline gialle, uomini terrorizzati nel capire se devono regolare o no questo benedetto fiore. 
E non dimentichiamoci della serata! Orde di donne con mise improbabili che aspettano un anno intero per riprendersi la loro "amata" libertà (perché tutto l'anno vivono incatenate alla sedia della cucina o alla lavatrice?) e uscire per andare ad un triste spettacolino con uomini unti e cappelloni! 
Ok magari sarò anche acida e rompiballe, va bene e so che non tutte le donne sono così, ma  ognuno è libero di vedere questo tipo di occasioni in modo diverso. E io la vedo in modo diverso. Non sono certo la persona che rimane a casa a fare la calzetta, anzi. Ogni scusa è buona per divertirsi, però facciamolo quando è il momento di farlo. Facciamolo con simpatia, intelligenza ed eleganza. Dimostriamo che essere donne è la cosa più bella del mondo e che non serve usare una tragedia per mangiare la pizza con le amiche o conoscere i California Boys! E poi con tutta la fatica che abbiamo fatto nella vita per migliorare tante cose, non vorremmo mica distruggere tutto per il perizoma del primo che passa che balla sopra un cubo e che domani tornerà in banca stampare moduli per il vostro bancomat?
(con tutto il rispetto di chi lavora in banca!)

martedì 6 marzo 2012

Ma la moda??? (cit.della mia amica Ilaria)

Miss Gaia mi invia il suo scatto e il suo desiderio nascosto di incontrare Jude Law o Brad Pitt con queste scarpe.
Cara amica attendiamo tue comunicazioni in merito....







lunedì 27 febbraio 2012

Sogni di una donna di mezza primavera

Potrei scrivere un post con un inizio ma senza una fine e allora mi limiterò ad alcune considerazioni che partono dal barista che mi ha fatto il caffè questa mattina.
Il poveretto ha avuto l'ardire di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato.
Due clienti stavano facendo colazione parlando dell'argomento principe della vita (no, no, né Masterchef e né il Grande Fratello) quello senza soluzione, né risposte: storie di uomini e donne, robe d'amore, di sms ricevuti, di mail non inviate, di regali non apprezzati, tipo una puntata di sex and the city alle 8 del mattino. Le due parlavano dei rispettivi fidanzati (o almeno credo) e una finisce la frase dicendo all'amica: " tanto è inutile, lui è fatto così, è inutile che cerchi di cambiarlo tanto l'uomo ideale non esiste!" e il barista "come no, sono io!".
Silenzio.
Io finisco il caffè, pago ed esco.
Sono solo le 8.15 e siamo già alle riflessioni sulla vita. Alle 8 di questa sera sono:
1) dall'analista con la carta di credito
2) al bar a farmi un bianchetto 
E quindi? Le donne vogliono il principe azzurro, gli uomini vogliono.....?????
Ritorno alle donne.
Le donne desiderano il principe azzurro che le renda felici, che le capisca, che le sopporti etc...
Si ma come deve essere questo principe azzurro? Bello come Brad Pitt? Dannato come Johnny Depp? Tamarro come Fabrizio Corona? Oppure un incrocio tra un macho intelligente e un tipo vagamente radical chic? Oppure un intellettuale creativo post-moderno con la passione per il Feng Shui? Oppure un artista mancato con mille pensieri che ti scrive poesie di sera perché la mattina lavora in banca? Ricco e famoso? O solo ricco? O solo famoso? Non ci sono risposte, non so nemmeno come formulare la domanda ma sicuramente la risposta più banale del mondo è che ognuno di noi prima, dopo, durante, trova la sua metà del cuore, dell'anima e trova quella pace e quella gioia totalmente inaspettate. Nel mentre io ho scelto. 
Il mio uomo ideale amerà Lorella Cuccarini.







giovedì 23 febbraio 2012

Portachiavi di m....

Non ci facciamo mancare nulla e Silvia invia questo stupendo "esemplare" di portachiavi in morbido peluche colorato della signora Prada.

Se siete fortunati ve lo regalano se prendete la scimmietta alle giostre.

Fonte: D di Repubblica




Borse di m**** alla seconda

La mia amica Sole si è scelta il regalo di compleanno per il 2012.



Meno male che i Maya e Vojager hanno detto che il mondo finisce a dicembre...



mercoledì 22 febbraio 2012

Borse di m**** (!!!?)

Apriamo con il primo oggetto raccolto da Sole.




Modello a bauletto per questo raro esempio in pelle di cocco maculato, con bordura in mogano massiccio. Quando la classe non è acqua, per far uscire la principessa nascosta dentro di te.

Credits: Sole Abate


Su postate, non siate timidi, avete sempre l'Ifonz in mano e finalmente potete sfogarvi fotografando la qualunque. 




martedì 21 febbraio 2012

Cose di merda (!?)

http://scarpedemerda.tumblr.com/


Amiche geniali mi hanno segnalato questo link e non voglio essere da meno.
La mia amica Sole propone i seguenti argomenti:

  • vestiti di merda
  • borse di merda
  • pettinature di merda 
E io aggiungo:
  • calze di merda
  • trucco di merda
E qualsiasi altro argomento è ben accetto.
Pensate, fotografate, postate e cerchiamo l'argomento più cool (o di merda?) del web.
Magari gente di merda lasciamolo da parte un attimo, giusto per non avere gomme della macchina bucate, scritte con spray indelebile sui muri dei condomini, cibi avvelenati etc...

Vi aspetto amici cari.