mercoledì 10 ottobre 2012

Perché c'è un cuoco in ognuno di noi. O quasi.

Cucinare. 
Arte? Design? Creatività? Moda? Business?
Forse tutti questi elementi messi insieme, però una cosa è certa: tutti cucinano, tutti vanno in televisione a cucinare, tutti scrivono di cucina e Real Time sul cibo e la cucina basa gran parte della sua programmazione (cucine da incubo I love you!)
La Parodi junior ne ha fatto una scelta di vita: invita degli ospiti, cucinano insieme dei piatti da loro scelti e lei li intervista facendogli delle domande tra il banale e l'ovvio  mentre sfornano teglie di lasagne perfette e dolci con cinque strati di panna montata a forma di Duomo di Milano.
Eh va beh.
Alessandro Borghese con i suoi amici del té va in giro per l'Italia a consigliare come usare poco o tanto olio nella parmigiana e se la tovaglia gialla della squadra A è migliore della tovaglia verde della squadra B (sempre programmazione Real Time).
Eh va beh parte seconda.
Il fighetto Simone Rugiati dispensa ricette da cuoco super preparato sia in radio, sia in tv, con i suoi modi da incantatore di serpenti (soprattutto serpenti donna) facendo sembrare la ricetta segreta dei panzerotti di zia Pina, facile come comprare la pizza sotto casa e mangiarla sul divano davanti alla televisione.
Eh va beh parte terza. 
E non parliamo del Boss delle Torte. Castelli medioevali fatti con il pan di spagna, cioccolatini a forma di automobili d'epoca, il Colosseo di Roma realizzato con la frutta candita, feste di matrimonio che venderebbero la nonna per avere una torta di questo tipo al loro ricevimento. 
Tutto ciò è molto divertente, simpatico, a tratti esagerato.
Ma io avrei una domanda. 
Così, tanto per. 
Ma se uno decidesse di replicare a casa propria qualcuna delle ricette o parte di esse, di qualcuno di questi personaggi che fanno sembrare tutto facile come fare un caffè, cosa bisogna fare? C'è un call center per domande varie? Un aiuto da casa? 
Situazione tipo A) Inviti a casa l'uomo della tua vita e sapendo che lui adora la cucina thailandese, ti vendi come un'esperta del settore essendo andata in vacanza a Bangkok l'anno scorso. Chiami Borghese? Scarichi da you tube un tutorial della Parodi? Magari quando che sò, Bruno Vespa è stato ospite da lei, hanno cucinato un pollo alla Bangkok e magari la tua vita è salva grazie a spezie ed aromi made in Thailandia.
Situazione tipo B) decidi di festeggiare il tuo compleanno a casa invitando una ventina di amici e annunciando la serata a tema: tutto sarà a base di cucina siciliana. E pensare che le tue origini sono padre di Trento e madre di Bologna, nonni originari della Valle d'Aosta. E dato che la famiglia non aiuta, ti ricordi che ti sei appena abbonato a My Sky e una puntata di Simone Rugiati era proprio sulla cucina siciliana. Perfetto. E allora arancini come se piovesse, timballo di maccheroni, frittata ripiena e per concludere cannoli siciliani. Non vorrai mica non farli con le tue mani? Eccerrtto. A Simone sono venuti così bene che sembravano comprati in pasticceria a Palermo, vuoi non riuscirci anche tu?

Tutto questo per dire che cucinare è un'arte e se c'è chi lo sa fare bene, molto bene o più o meno bene, è perché ci mette passione e impegno sia da solo, sia in compagnia.
Occhio però ad una cosa. 
Alcune di queste persone sono vere professioniste, altre magari sono un pò come dire, "paracule" e quindi prima di promettere cene da chef stellato a parenti e amici facciamo un paio di prove per evitare di devastare la cucina e diventare il miglior cliente del pizzettaro sotto casa!






domenica 7 ottobre 2012

I live in a criminal state

Quando ho deciso di aprire questo blog, mi ero ripromessa di riempirlo di post che dessero il mio punto di vista sul mondo in generale, senza essere di parte in nulla, per fare due risate, per essere a volte critica ma sempre in maniera ironica. Un modo per trovare il lato positivo alle cose anche quando sei stanco e arrabbiato con il mondo.

Faccio uno strappo alla regola con queste righe il cui titolo non poteva non essere una frase di  una canzone dei Ripley: I live in a criminal state.

Manganellate agli studenti che manifestano a Torino. Ualà!
Tutti i social network con foto a testimonianza dei fatti, commenti di ogni genere, commenti stile "hanno fatto bene a menarli" e qualcuno che lo ha detto lo conosco bene, molto bene.
Cercherò (con estrema difficoltà, sappiatelo) di mettere da parte il mio poco amore nei confronti delle forze dell'ordine in generale: ognuno è libero di pensarla come vuole ma a volte li manderei volentieri a zappare la terra. Con tutto il rispetto per chi lo fa di mestiere.
Non sono qui per raccontare quello che è successo perché il bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti non ci permette di essere ignoranti su niente, ma nel caso qualcuno non ne fosse a conoscenza può tranquillamente usare Google e troverà qualsiasi tipo di spiegazione.
E di commento.
E di frasi fatte che spesso non c'entrano niente.
Si perché in Italia chi manifesta vuole solo:

  1. Rompere le palle
  2. Non fare niente/non lavorare. Occhio stiamo parlando di ragazzi di 16 anni. Voi non avete  mai avuto voglia di dire la vostra? 
  3. Roba di centri sociali che vogliono rompere i coglioni ma sono tutti figli di papà che devono passare la giornata
  4. Ecchheppallle volevo andare in centro e questi creano solo casino
  5. Tanto manifestare non serve a niente e poi sti qui che pensano di fare?
Premesso il fatto che tanti la pensano come dal punto 1 al punto 5. Fatti loro.
Però una cosa ve la vorrei dire cari signori con divisa, casco, manganello e compagnia cantante. 
Oggi, questa sera, domani quando vi guarderete allo specchio sperate di non incontrare i vostri figli, gli amici dei vostri figli, i vostri nipoti perché nessuno di loro sarebbe fiero di voi, nessuno di loro sarebbe fiero di un padre che si comporta in questo modo.
Vi sentite quindi eroi? Bravi. 
Si magari qualcuno ha sbagliato, ha esagerato, però non si manganellano degli studenti, dei ragazzini, non è da uomini e soprattutto non dovrebbe essere fatto da coloro che ci dovrebbero difendere e invece sembrate quelli da cui noi dobbiamo avere paura.
Fatevi furbi una volta per tutte e cominciate ad essere presenti quando veramente abbiamo bisogno di voi. 
Ci vediamo.
Anzi no. 
Perché quando cercheranno di rubarmi telefono e portafoglio alle 2 di notte (eh ma non devi andare in giro alle 2 di notte da sola sai? è colpa tua) voi sarete a casa.
Pronti per il corteo del giorno dopo.




giovedì 4 ottobre 2012

Scusa ma tu che lavoro fai?

Solitamente è una delle classiche domanda che si fanno quando conosci qualcuno per la prima volta, così, giusto per iniziare a parlare di qualcosa che non siano le scarpe (lato donna) e il calcio (lato uomini). 
Per alcuni dalla professione definita la risposta è facile: il medico, il postino, l'avvocato, l'astronauta, il panettiere, la commessa, il commercialista etc...questo perché sono attività definite nella mente di ognuno di noi e che riportano a qualcosa di tangibile, o almeno immaginabile, o se non altro dal significato non troppo oscuro.
Se però la risposta è: mi occupo di marketing (stando sul vago..) la persona che hai di fronte ti guarda pensando che tu abbia qualcosa di strano o se invece è vagamente interessata prova a chiederti spiegazioni.
E allora è il panico. 
Tu cerchi quindi di far capire che al mondo esistono delle persone che in aziende di qualunque genere e tipo che pensano a delle cose più o meno creative insieme ad altre persone più o meno creative, per poi svilupparle e vendere qualcosa e la parola qualcosa può animare la conversazione oppure ucciderla.
1) Ah quindi tu sei quella che pensa a come fare una roba e poi fate tipo la pubblicità con Fiorello oppure fate video fighi che vanno poi su YoTube? Beh si anche, però poi alla pubblicità ci pensano le agenzie di pubblicità che con il cliente sviluppano un'idea, un progetto...e per fare il video devi parlare con il regista, il direttore delle fotografia, organizzare tempi, modi, budget magari in poco tempo. Silenzio parte prima.
2) E allora fate anche gli eventi con le modelle, invitate un sacco di persone, organizzate feste e cene, figo! Beh si certo gli eventi si organizzano ma il più delle volte tu sei lì per fare in modo che vada tutto bene, stai in piedi 20 ore, succede sempre qualcosa stile Fantozzi, magari  fumi 100 sigarette e non sei sempre diciamo..l'anima della festa. Silenzio parte seconda.
3) Ah ma vai in giro anche per fiere in tutto il mondo così ti spari un sacco di viaggi e vedi un sacco di posti fighi! Si certo se serve in fiera ci vai ma normalmente prendi 4 aerei in 24 ore e nei 10 per visitare 10 padiglioni di fiera e incastrare 10 appuntamenti. Silenzio parte terza.
4) Beh allora era più figo quando facevi l'account in un'agenzia adesso mi sembra un pò così così come lavoro. Guarda in parte il lavoro è lo stesso: mettere d'accordo persone e situazioni, fare pr, organizzare il tutto per bene, correre di qua e di là, capire cosa e perché, stare al telefono 24 su 24, implorare fornitori, colleghi, clienti a fare e rifare le cose 100 volte anche sabato, domenica, di notte, di giorno. Silenzio parte quarta.
5) Però in ufficio a fare ste cose vi divertite un casino! Non ci annoiamo ma ieri ad esempio abbiamo discusso 4 ore su una lettera di una parola se era giusto colorarla di verde mela o di rosso sangue di giuda. Sai è un'etichetta di un vino importante e non vorremmo sbagliare il posizionamento sul mercato con un target individuato errato che potrebbe dare una redemption negativa sul prodotto entro l'anno, incluso il fatto che il packaging ad oggi non rispetta le linee guida che ci siamo prefissati in precedenza.

Aria da punto interrogativo.

Ah ok (sempre l'interlocutore che hai di fronte). Beh vuoi bere qualcosa?
Si grazie.
Un vodka tonic. Doppio. E fai che ordinarne già altri due.